Il percorso della 2B SSPG Negrelli “Valori olimpici e la scuola” 

Il racconto degli alunni e degli insegnanti.

Progetto “Valori olimpici e la scuola” 

a.s. 2023 -2024 

Classe partecipante: 2^B – scuola secondaria di primo grado “L. Negrelli” – I.C. Rovereto Nord 

Docenti: Sara Villotti, Leonardo Carrieri 

Presentazione del lavoro: 

Questo racconto è nato in occasioni di vari momenti di riflessione sulle difficoltà incontrate nel corso delle esperienze vissute nella scuola secondaria. Questi momenti di difficoltà sono stati riletti alla luce dei “valori olimpici” e ciò ha permesso di trovare soluzioni positive a situazioni critiche. Il percorso ha coinvolto attivamente tutti gli alunni, che hanno elaborato questo racconto cercando di dare al lettore un’idea di come i valori olimpici, motore alla base della condotta etica dell’atleta, possano essere presi a modello anche nella vita quotidiana. 

Il racconto è corredato da una presentazione con immagini e da un podcast, che abbiamo registrato con l’aiuto del prof. Carrieri di Musica e abbiamo pubblicato sul sito web dell’Istituto.

Racconto a concorso 

Oltre la linea di arrivo 

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Sono Marco, e quest’anno ho iniziato la scuola media. Prima di iniziare non sapevo cosa aspettarmi, ma dai primi giorni una cosa mi divenne subito chiara: la mia classe era un campo minato di antipatia e indifferenza. Ogni sguardo sembrava un giudizio, ogni parola un pugnale. Nessuno voleva collaborare, e la nostra classe sembrava un’isola desolata di egoismo. 

Sono un ragazzo timido, ma non potevo sopportare questa atmosfera. Avevo bisogno di qualcosa che ci unisse, qualcosa che andasse oltre le nostre differenze. E così, quando il nostro insegnante di scienze motorie ci propose di fare sport di squadra, accettai con entusiasmo. Forse lì avrei trovato una via d’uscita. 

La palestra diventò il nostro campo di battaglia. Eravamo una squadra eterogenea: c’erano i nerd, gli atleti, le ragazze più popolari e quelli che preferivano starsene in disparte. Ma quando indossavamo le magliette da squadra, diventavamo tutti uguali. Il sudore e la fatica non conoscevano pregiudizi. 

Fu durante una partita di pallavolo che tutto cambiò. Eravamo sotto di punti, e sembrava che la sconfitta fosse inevitabile. Ma poi, mentre saltavo per un pallonetto, vidi il mio compagno di squadra, Luca, correre verso di me. Aveva gli occhi determinati e un sorriso sfidante. “Non mollare, Marco!” mi gridò. “Siamo una squadra!” 

Quelle parole mi colpirono come un fulmine. Sì, eravamo una squadra. E se potevamo lottare insieme in palestra, perché non farlo anche fuori? Decisi di parlare con gli altri ragazzi. Li invitai a una riunione segreta nel cortile della scuola, lontano da occhi indiscreti. 

Alla riunione parteciparono Sofia, Luca e Giulia. Sotto il sole cocente, spiegai la mia idea. All’inizio, tutti mi guardarono con sospetto. Ma poi, uno dopo l’altro, si unirono alla mia causa. Decidemmo di fondare un’associazione per cercare di risolvere i problemi della nostra classe. 

Marco: (con entusiasmo) “Ragazzi, sono felice che siamo qui. Abbiamo bisogno di valori, proprio come gli atleti olimpici. Rispetto, amicizia, coraggio, eccellenza. Se li applichiamo nella vita di tutti i giorni, possiamo trasformare questa classe. Abbiamo bisogno di un nome che ci ispiri e ci dia la forza di superare le difficoltà. Perché non ci chiamiamo ‘Gli Olimpici’? Gli atleti olimpici incarnano valori come la lealtà, la determinazione e la solidarietà.” 

Sofia: (con un sorriso) “Mi piace! E se applicassimo questi valori anche a noi stessi? Ad

esempio, possiamo impegnarci a sostenere gli altri quando hanno bisogno di aiuto.” 

Luca: (con un’espressione seria) “Sì, ma dobbiamo anche essere onesti con noi stessi. Non possiamo solo parlare di valori, dobbiamo viverli. Altrimenti, saremo solo un nome vuoto.” 

Giulia: (con determinazione) “Hai ragione, Luca. Ecco le mie aspettative: voglio che ‘Gli Olimpici’ diventino un gruppo in cui ci sosteniamo a vicenda, anche quando le cose si fanno difficili. E voglio sentire che facciamo davvero la differenza.” 

Marco: (con fiducia) “E le sensazioni? Come ci sentiamo ora?” 

Sofia: “Io sono emozionata. Spero che possiamo cambiare l’atmosfera in classe e aiutarci a vicenda.” Luca: “Io sono un po’ preoccupato, ma anche determinato. Voglio vedere risultati concreti.” 

Giulia: “Io sono grata di avere voi come compagni. So che possiamo farcela.” 

Fu così che nacque l’associazione “Gli Olimpici”, con la promessa di affrontare le sfide insieme e di ispirarsi ai valori olimpici per migliorare la nostra esperienza scolastica. 

Con il tempo, la nostra classe cambiò. Gli sguardi si fecero meno duri, le parole meno taglienti. Scoprimmo che l’amicizia e la collaborazione erano più forti dell’antipatia. 

Non ci fermammo lì: decidemmo di abbracciare tutti i valori olimpici, rendendoli parte integrante della nostra vita quotidiana: 

Rispetto: Imparammo a rispettarci l’un l’altro, a riconoscere le nostre differenze e a trattarci con gentilezza. 

Amicizia: Le amicizie nacquero tra noi. Non solo superficiali legami, ma vere e proprie amicizie basate sulla fiducia e sul sostegno reciproco. 

Coraggio: Affrontammo le sfide insieme, senza paura di fallire. Ogni compito scolastico, ogni prova, divenne un’opportunità per dimostrare il nostro coraggio. 

Eccellenza: Non ci accontentammo del minimo sindacale. Ci impegnammo al massimo, sia nello studio che nello sport. 

Ogni giorno, applicavamo questi valori. E pian piano, la nostra classe divenne un luogo di crescita e ispirazione. 

L’anno scolastico volgeva al termine. La nostra classe, trasformata dagli Olimpici, sembrava un luogo diverso. Gli sguardi erano ora di comprensione, le parole di incoraggiamento. Avevamo superato le nostre differenze e abbracciato i valori olimpici con tutto il cuore.

La cerimonia di fine anno fu un momento speciale. Ci radunammo tutti nella palestra, indossando le nostre magliette da squadra. L’insegnante ci guardò con orgoglio e disse: “Siete stati una squadra eccezionale. Avete dimostrato che l’amicizia, il rispetto, il coraggio e l’eccellenza possono cambiare il mondo.” 

Ricevemmo delle medaglie simboliche, non d’oro o d’argento, ma di valore immenso. Erano incise con le parole “Oltre la Linea di Arrivo”. E quella linea, ora sapevamo, non era solo quella di una gara sportiva, ma quella della vita stessa. 

Ci salutammo con abbracci e sorrisi. Ognuno di noi aveva imparato qualcosa di prezioso. E mentre uscivamo dalla scuola, sapevamo che gli Olimpici non sarebbero stati solo un ricordo, ma una parte di noi per sempre. 

E così, Marco, il ragazzo timido, si ritrovò a correre verso il futuro con gli occhi determinati e il sorriso sfidante di Luca. Avevamo vinto la nostra gara più importante: quella di diventare persone migliori. 

E così, con il sole che tramontava all’orizzonte, ci incamminammo verso nuove avventure, portando con noi i valori olimpici nel cuore. Perché, come diceva il grande Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni: “L’importante non è vincere, ma partecipare.” E noi avevamo partecipato, 

con tutto il nostro essere. Questo, però, era solo l’inizio. Oltre la linea di arrivo, c’era un mondo intero da esplorare. 

Podcast: Puntata n. 27 – Oltre La Linea Di Arrivo – IC Rovereto Nord

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